Il 26 ottobre, l’Oratorio Sacro Cuore di Cislago si è trasformato in un’aula informatica speciale. Grazie all’impegno di tutti i volontari di Progetto Nuova Vita, 12 bambini che frequentano il doposcuola hanno ricevuto in dono un personal computer completo di schermo, mouse e tastiera.
Torna la principale manifestazione italiana dedicata a GNU/Linux, al software libero, alla cultura aperta e alla condivisione. Vuoi scoprire come un Sistema Operativo open source può aiutarti a prolungare la vita del tuo dispositivo? Vuoi …
Occhio umano e intelligenza artificiale ragionano e decodificano in modo differente. In questo articolo vi spieghiamo perché l’intelligenza artificiale a volte vi da una risposta non soddisfacente.
Domenica scorsa, l’associazione Progetto Nuova Vita ha partecipato con grande entusiasmo alla sagra di Peveranza, un grande evento giunto alla 48esima edizione che raccoglie migliaia di curiosi in questo quartiere di Cairate. Grazie alla partecipazione …
Il lato oscuro dell’Intelligenza Artificiale è il suo mostruoso consumo di energia. Più ricerche facciamo, più energia consumiamo, più dati diamo in pasto all’algoritmo e più l’algoritmo si sviluppa, permettendo quindi di migliorare le ricerche future e potenzialmente di permettere sempre maggiori ricerche. E’ un circolo vizioso, che si può interrompere solo tramite un utilizzo consapevole dello strumento
Quest’anno nemmeno nuvole e pioggia hanno fermato il Girinvalle, la consueta passeggiata lungo il fiume Olona di inizio Estate, che tocca tutti i comuni che vi si affacciano. Da diversi anni a questa parte Progetto Nuova Vita pianta il proprio gazebo a inizio del lungofiume in quel di Olgiate Olona e qui accoglie passanti, famiglie e aspiranti runner con una selezione dei progetti che Progetto Nuova Vita sta portando avanti in questi mesi.
I volontari che si sono avvicendati nel corso della giornata hanno allestito diverse aree dedicate alla stampa 3D, ad Arduino, al retrogaming. Il filo conduttore è il software libero e l’hardware riciclato, una combinazione che sblocca innumerevoli possibilità di accesso agli strumenti informatici, all’alfabetizzazione digitale e opportunità di studio e lavoro.
Se siete interessati a conoscere più da vicino le nostre iniziative non dovete aspettare la prossima fiera o evento, ma potete venirci a trovare in laboratorio a Cairate, nella sede di piazza Libertà, 7, tutti i Sabati mattina.
Era il 1959 e IBM si mostrava alquanto fiera nel promettere a chiunque di immagazzinare dati e file digitali all’interno di uno “schedario” apparentemente simile a qualsiasi altro mobile da ufficio. Dentro questo schedario “informatico” ci stavano stretti stretti 5 Megabyte di dati e per averlo bisognava staccare ai signori di IBM 50 mila Dollari. Ovviamente occorreva a fianco un mainframe per leggere, analizzare e gestire questa “immane” quantità di dati.
L’hard disk IBM del 1959. 5MB di storage e 50mila dollari richiesti.
Salto in avanti di circa 50 anni e troviamo Bill Gates, sospeso a svariati metri dal suolo, esattamente in mezzo tra una pila formata da centinaia di fogli di carta sovrapposti e un lucente Compact Disc2. Il messaggio? All’interno di un piccolo e sottile disco dalle dimensioni di 700 Megabyte trovavano comodamente spazio una miriade di informazioni superiore a qualsiasi enciclopedia cartacea fosse stata mai stampata fino a quel momento.
Bill Gates ci mette la faccia e sposa il supporto ai Compact Disc
Nel giro di qualche decennio i supporti informatici sono diventati alla portata di tutti, si sono ristretti nell’ingombro, sono diventati più economici e hanno pure aumentato la capacità di immagazzinamento dei dati. Una vera goduria. Mark Kryder, il CTO di Seagate Corporation, uno dei principali attori in questo mercato, ha coniato la legge che porta il suo nome, la quale mette in evidenza come, al pari della legge di Moore per i transistor e la capacità di calcolo, il costo per memorizzare grandi quantità di dati sui supporti decresce con il passare del tempo, ad un tasso anche superiore alla legge di Moore3.
Infatti, appena 10 anni dopo la storica foto con protagonista Bill Gates e un Compact Disc, il DVD fa capolino sul mercato e rende di pubblico accesso i suoi 4,7 Gigabyte nel giro di un lustro appena. Passano ancora degli anni, arriva la meraviglia visiva dell’Alta Definizione ed ecco a voi i Blu Ray che garantiscono tra i 23 ed i 27 GB di dati. E questo si direbbe il punto di arrivo, dal momento che la parallela diffusione di internet e connessioni veloci come la luce (tramite fibra ottica) ha reso popolare lo streaming di dati in tempo reale, nonché l’accesso istantaneo a informazioni situate non sotto le nostre scrivanie, bensì in server-farm a volte situate anche in un altro continente.
Il SuperDVD è stato annunciato dall’Università di Shangai. Fonte: HD Blog
Quindi più nessuno ha a cuore la legge di Kryder e la ricerca verso fonti di immagazzinamento dati più performanti? Non è proprio così, visto che è notizia recente di come l’Università di Shangai abbia messo a punto un disco della capacità di 1 petabit, pari a 125mila Gigabyte4. Uno spazio enorme che va a fare concorrenza direttamente a server e cloud storage, avendo dalla sua anche alcune implicazioni pratiche e di risparmio energetico.
I server farm, infatti, necessitano di ingenti quantità di energia sia per mantenere accessi i dispositivi 24 ore su 24, sia per raffreddare gli ambienti evitando il surriscaldamento dei dispositivi. Inoltre un disco è trasportabile, può essere scambiato, non ha accesso a Internet quindi è al sicuro da frodi informatiche (ma ovviamente può essere smarrito come un qualsiasi mazzo di chiavi). Inoltre è stato provato come i dischi abbiano una vita utile ben superiore ai server che inevitabilmente si consumano e si deteriorano, rendendo quindi necessario il trasferimento delle informazioni in tempo utile su di un altro server o supporto.
Il mitico MODEL 350 di IBM, che necessitava di un aereo e poi un camion per giungere a destinazione
Nostalgia dell’Enciclopedia Encarta? Qui trovate pane per i vostri denti
La giornata dedicata al nostro amato pianeta si celebra ogni anno il 22 Aprile. Le Nazioni Unite hanno deciso di soffermarsi nell’arco di queste 24 ore a sottolineare l’importanza di conservare le risorse naturali della Terra. A questo proposito, protagonista delle primissime edizioni a partire dal 1970, però, se ne sono aggiunti molti altri, man mano che la coscienza verso lo sfruttamento dissennato delle risorse, la loro drastica diminuzione sia in termini di quantità che di qualità, si è fatta sempre più opprimente.
Arrestare il cambiamento climatico e ridurre l’impatto che l’uomo con le sue attività economiche ha sulla salute del pianeta è la sfida più importante della nostra generazione. Ciascuno può fare la propria parte e, cosa più importante, la può fare in praticamente ogni ambito, dai trasporti al consumo alimentare, dalla raccolta differenziata allo smaltimento e riciclo dei dispositivi tecnologici.
I dispositivi elettronici sono sempre più diffusi nell’era digitale e costituiscono una parte importante delle nostre vite. Dal momento in cui ci alziamo fino a quando andiamo a dormire, facciamo un uso enorme della tecnologia. I device tech, e più in generale la tecnologia, ci accompagna in ogni momento della giornata: a scuola, al lavoro, in auto, mentre facciamo sport, mentre ci rilassiamo sul divano o, ancora, mentre cuciniamo.1
Il Global E-Waste Monitor stimava nel 2022 oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici nel mondo, ma era convinto che sarebbe diventati molti di più negli anni a venire, salendo a quota 74 milioni di tonnellate entro il 2030. Di questi una piccolissima parte (il 5%) è recuperato e correttamente smaltito o riciclato. Il restante o prende la polvere in qualche cassetto di casa o viene buttato insieme alla spazzatura di tutti i giorni, creando una serie di danni ambientali, economici e anche nocivi per la salute umana2.
Danni ambientali: un rifiuto non correttamente differenziato è un rifiuto che non avrà una seconda vita. Nel migliore dei casi sarà individuato come difforme al resto della spazzatura e triturato, sminuzzato e abbandonato; ma nel peggiore dei casi si appiccicherà a un rifiuto diverso da lui, chessò un componente plastico o l’involucro di un qualche cibo, e non sarà più possibile separarlo dal suo “parassita”, condividendone ahinoi il suo processo di deperimento.
Danni economici: il 72% dei componenti metallici di un dispositivo elettronico è riciclabile, può diventare la base per un successivo dispositivo. Impedire tutto ciò significa che per produrre nuovi dispositivi dobbiamo estrarre ulteriori materiali dal sottosuolo, pagandoli spesso una cifra di gran lunga superiore al loro valore per via della elevata domanda e perché nessuno di loro si trova in Italia o in Europa.
Danni per la salute umana: tubi catodici, gas refrigeranti e metalli contenuti nei circuiti integrati vanno smaltiti secondo procedure speciali e delicate, perché altrimenti se dispersi in atmosfera o assorbiti dal suolo vanno a danneggiare sia il Pianeta che poi come sappiamo si ritorce contro di noi e danneggia la nostra salute, la qualità dell’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, e così via…
Si stima che nel solo Regno Unito 31 milioni di computer portatili non più utilizzati giacciano nei cassetti delle case britanniche; l’alluminio contenuto in questi dispositivi “silenti” può trasformarsi in alluminio per 159mila biciclette, 12mila catene che sorreggono altalene nei parchi giochi, mentre la plastica al loro interno può contribuire a realizzare oltre 5milioni di defribillatori3.
Donare un PC, così come uno smartphone, una TV, una console e chi più ne ha più ne metta, a un’associazione come Progetto Nuova Vita può dare veramente una nuova vita ad una risorsa che per noi ha perso valore, ma che può acquisirla per qualcun altro che su un PC opportunamente rigenerato, supportato dalla corretta versione di Linux4, può studiare informatica, scoprire una passione che non credeva di avere e trasformarla in un lavoro che contribuire a realizzare i propri sogni e quelli della propria famiglia.
La strada da perseguire non è sempre quella della “discarica“, quanto piuttosto la donazione ad associazioni che popolate da volontari esperti sanno individuare la migliore destinazione “successiva” per un PC, intervenendo sia sull’hardware che sul software (e la fine del supporto a Windows 10 annunciata da Microsoft5 sicuramente riempirà i nostri magazzini di macchine che non sono da cestinare, ma che grazie a Linux e ai software open source possono rendere ancora molto negli anni a venire). Contattateci o venite a trovare per saperne di più6!
Settimana scorsa i nostri volontari hanno aiutato la Scuola Materna Sacro Cuore di Peveranza, frazione di Cairate, a configurare una lavagna interattiva (LIM) e installato il software Open Board1 su un computer rigenerato e pronto all’uso. La notizia sarebbe questa, un’altra missione portata a termine con successo da Progetto Nuova Vita. Eppure quel che ci rende orgogliosi e colmi di gioia è il gesto, l’aver fornito a dei bambini di età compresa tra i 3 e 6 anni uno strumento digitale per sperimentare insieme alle proprie maestre il mondo tecnologico e muovere i primi passi sulla via dell’educazione informatica.
Con semplicità e dedizione i nostri volontari hanno individuato il PC più adatto allo scopo tra quelli disponibili nel laboratorio di Cairate (venite a visitarci il Sabato mattina!), lo hanno rigenerato ed hanno deciso di installare su di esso un solo software, quell’Open Board di cui sopra, assolutamente open source e pensato per lavorare in sinergia con le lavagne interattive, perché di base è un foglio bianco su cui si scrive sopra, ma all’occorrenza si possono rendere visibili gli altri software e si può scrivere sul foglio di testo, accedere a Internet e guardare video didattici, mettere musica rilassante per i momenti di apprendimento e musica con cui ballare nei momenti di svago.
Le foto parlano da sole, volontari e maestre hanno gradito il gesto e hanno imparato alla svelta come utilizzare la LIM!
OpenBoard è un’applicazione di lavagna interattiva open source e multipiattaforma progettata principalmente per l’uso nelle scuole (link)
Siete sul treno e state andando al lavoro. Ovviamente il treno è in ritardo. La giornata non parte affatto bene. Cos’altro potrebbe andare storto? Potrebbe piovere, direbbe Igor…
Potrebbe accadere che il vostro smartphone (inserire qui marca a piacere) installi l’aggiornamento scaricato nel corso della notte e poi qualche bug blocchi l’interfaccia. Premendo l’icona di Instagram l’account di Chiara Ferragni non trasmette più “good vibes“. L’app della banca vi nega l’autenticazione tramite impronta digitale e non potete ricaricare la prepagata di vostro figlio. Insomma un bel guaio…
A questo punto non resta che resettare, spegnere e riaccendere direbbe un luminare dell’informatica. E quando tutto riparte e sembra risolto, ecco il patatrac… alcuni dati sono svaniti nel nulla, evaporati. Che fare?
C’è un bivio davanti a voi: c’è chi si dimostra previdente ed ecco che ripristina l’ultimo backup, quel salvataggio di dati a scadenza regolare sui server del produttore e che intervenire proprio in situazioni disperate come questa. E c’è chi in sede di primo avvio ha cliccato su “Lo faccio più tardi” e insomma, lo sapete, non lo ha più fatto…
Noi non siamo qui per giudicare, odiamo dire “te l’avevo detto“, ma ecco oramai ogni dispositivo in nostro possesso dotato di un accesso internet permette uno storage dei dati più o meno illimitato su server cloud, per giunta che lavora in maniera automatica salvando e riscrivendo le informazioni a cadenza regolare (ogni settimana, ogni mese, ecc…).
Qui di seguito alcuni trucchetti da considerare ed eventualmente implementare subito per non ritrovarvi con il cellulare svuotato un giorno di pioggia alla stazione:
Android Google backup (contatti, cronologia chiamate, impostazioni, SMS): link
Cari Soci, È convocata, in prima convocazione, l’Assemblea ordinaria dei Soci, per il giorno venerdì 19 aprile 2024 alle ore 02.00, presso la sede operativa sita in piazza Liberà 7 a Cairate (VA), per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
Presentazione ed approvazione del bilancio consuntivo anno 2023
Presentazione ed approvazione del bilancio preventivo anno 2024
Andamento e programmazione attività associative
Varie ed eventuali
Qualora in prima convocazione non si raggiunga il numero legale, l’Assemblea è fin d’ora riunita, in seconda convocazione, per il giorno
SABATO 20 APRILE 2024 alle ore 10.30,
stessa sede
e sarà validamente costituita ai sensi dello Statuto Sociale.
Raccomandando la presenza e la massima puntualità, inviamo cordiali saluti
L’Unione Europea ha appena adottato il Digital Markets Act (DMA per gli amici) ed i primi effetti già si notano nelle principali app per smartphone. Il testo (che sarà pienamente in vigore in tutta Europa) a partire da Maggio prevede una serie di limitazioni e liberalizzazioni per le principali aziende digitali (al momento 6) che cambieranno alcuni dei modi con cui interagiamo quotidianamente. Giusto per fare un esempio cercando un luogo su Google, la possibilità di vedere dove si trova e scoprire il modo più veloce per raggiungerlo non è più disponibile, a meno di non acconsentire affinché la Ricerca Google e Google Maps siano servizi collegati. Già perché l’utente potrebbe benissimo cercare su Google dove si trova il Duomo di Milano ma poi lasciare che Mappe di Apple, Bing Maps o Open Street Maps lo guidino verso la celebre cattedrale.
Riprendendo il testo pubblicato dall’Unione Europea1, “finora il modo in cui i gatekeeper svolgevano le proprie attività non era regolamentato, oppure si basava su norme spesso risalenti all’economia predigitale. Ciò accadeva in tutta l’UE.“
Prima che possiate chiedervelo, i gatekeeper sono le “piattaforme online di grandi dimensioni che esercitano una funzione di controllo dell’accesso“, coloro che rappresentano il primo punto di contatto verso la fruizione di contenuti, notizie e informazioni.
Al momento sono 6, e sono tutti nomi stra-famosi: Alphabet (ovvero Google), Apple, Microsoft, Meta (ovvero Facebook, Instagram, Whatsapp) e Byte Dance (ovvero Tik Tok). Giusto per chiarezza, nessuna di esse è Europea, sono tutte statunitensi tranne la cinese Tik Tok, ma tutte operano in Europa e traggono grandi guadagni.
In estrema sintesi il Digital Markets Acts obbliga le compagnie a garantire agli utenti la possibilità di gestire in maniera libera l’utilizzo di alcuni servizi, potendo modificare le impostazioni predefinite ed appoggiarsi ad aziende terze. Inoltre è richiesta la possibilità di esportare e importare dati tra piattaforme diverse, ovviamente nel rispetto della privacy e di quanto già previsto nel GDPR.
Ma facciamo alcuni esempi concreti:
Google ad esempio si trova costretta a concedere agli utenti la possibilità di modificare sia il browser2 che l’app di ricerca predefinita di Android.
Apple dovrà concedere la possibilità di installare su iPhone e iPad app store alternativi, oltre che rendere disponibili altri metodi di pagamento contactless oltre ad Apple Pay.
Meta si troverà ad ampliare il numero di app di messaggistica, facendo in modo che gli utenti possano chattare con altri servizi oltre Whatsapp e Messenger. Ci sarà una stretta anche sugli annunci, che saranno rimossi a fronte di un pagamento mensile, e non saranno del tutto visibili per utenti minorenni
Microsoft dovrà, al pari di Google, fare concessioni in maniera di browser e funzione di ricerca, così come dovrà rendere possibile disinstallare le app preinstallate su Windows
Tik Tok deve permettere la portabilità dei dati verso altre piattaforme, sia per utenti comuni sia per le aziende
I “gatekeeper” possono ovviamente cambiare nel tempo, per diventare tale bisogna rispettare alcuni criteri. Aver generato un fatturato di almeno 7,5 miliardi di euro per ognuno degli ultimi 3 anni fiscali3 , nonché raggiungere 45 milioni di utenti nei paesi dell’Unione Europea4.
Ovviamente chi non si conforma al Digital Markets Act andrà incontro a multe decisamente importanti fino al 10% del fatturato globale, pari quindi a parecchie centinaia di milioni o 1 miliardi e qualcosa nel caso di Apple e Microsoft!
L’Europa si dimostra sempre capofila nel regolamentare e prendere decisioni coraggiose nel contrastare un certo capitalismo sfrenato e spregiudicato. I più critici però potranno obiettare che tutte le aziende coinvolte hanno tutte sede legale al di fuori dell’Europa, pagano le tasse in Europa ma poi assumono e investono in altri continenti…
Come ogni anno abbiamo partecipato volentieri al Safer Internet Day, giornata che promuove in tutto il mondo un uso più consapevole della Rete e il contrasto del bullismo in tutte le sue forme, incluso quello online e sui social network. Il Lions Club di Olgiate Olona ci ha coinvolto nell’iniziativa “INTERconNETtiamoci ma con la testa” e la ha proposta volentieri quest’anno alle scuole secondarie di primo grado di Olgiate Olona “Dante Alighieri”, il comune dove abbiamo la nostra sede e un’aula corsi.
Internet è una fonte unica e ricchissima di informazioni, ma il pericolo di cliccare su link sbagliati, di iniziare a chattare con malintenzionati, di diffondere con una platea vastissima dettagli privati o di incappare in truffe e dare i propri soldi a chicchessia è veramente dietro l’angolo. Ci cascano gli adulti, figurate quanti si stanno timidamente approcciando da pochi anni!
«Se sembra troppo bello per essere vero – ha ammonito Luca Colombo, presidente dei Progetto Nuova Vita – allora è realmente troppo bello per essere vero».
Di fronte ai ragazzi, attenti e curiosi nei confronti dell’argomento, il volontario Fabio Massa, che ripercorrendo la storia di diffusione del web e le sue molteplici trasformazioni, dai mega-computer a uso militare agli smartwatch (e oltre…), ha indirizzato i ragazzi verso un uso consapevole dello strumento, condividendo anche svariati consigli e trucchi per navigare in tutta sicurezza.
Si presenta come una breadboard stile Arduino, qualche transistor, resistenza e LED in confezione. Si chiama Naoto64, board messa in commercio Switch Science in Giappone poco prima di Natale1 ad un prezzo decisamente conveniente di 2500 yen (più o meno 15 euro) ed è andato praticamente esaurita qualche ora dopo. Sembrerebbe un prodotto veramente vantaggioso e conveniente, però poi a leggere le caratteristiche tecniche ecco arrivare la doccia fredda: il processore è di appena 1 bit, funziona a una frequenza di 1 Hz e garantisce uno spazio di indirizzamento di 2 bit e una capacità rom da 4 bit2. In pratica, una potenza veramente risibile appena sufficiente per trasmettere dei comandi per accendere un LED, spegnerlo o farlo lampeggiare.
Decisamente non al livello di Arduino. Ma nemmeno di altri prodotti ben poco tecnologici che con un po’ di smanettamenti sono in grado di superare i propri limiti: avete mai visto Doom girare su calcolatrici o test di gravidanza?3
E allora perché i giapponesi si sono precipitati all’acquisto, esaurendo i kit in pochissimo tempo? Le ragioni principali sono due, entrambe alquanto irrazionali, ma che possono dirci molto del nostro rapporto odierno con la tecnologia e i suoi manufatti, non più meramente funzionale, a tratti quasi idolatrico. Il design è minimalista e geek al punto giusto, tocca le corde giuste alla ricerca di una piacevole armonia nel posizionare i componenti. E poi c’è la dimensione dell’assemblaggio fai-da-te, dove seguendo un manuale incluso e facendo riferimento alle piste presenti sul chip, si applicano e collegano tra loro i vari componenti, ricercando una certa piacevole sensazione (soprattutto per gli adulti) a metà strada tra l’assemblaggio dei mattoncini Lego e il comprendere cosa si cela dietro ai computer e smartphone con cui interagiamo tutti i giorni.
Naoto64 nel frattempo è tornato disponibile e potete procurarvene uno (a patto di importarlo dal Giappone)1, ma noi di Progetto Nuova Vita vogliamo riflettere anche su questo episodio, su quanto anche nell’acquisto di prodotti tecnologici spesso seguiamo l’impulso, la moda, lo status, anziché soppesare attentamente l’utilità, la funzionalità, la reale necessità. Praticamente ogni computer e dispositivo elettronico accatastato nel nostro magazzino ha una potenza 10 e più volte superiore a Naoto64, consente non solo di controllare l’accensione di un LED ma di effettuare centinaia di operazioni, utili per il nostro studio, lavoro o per il nostro svago.
Ma soprattutto a voi basta venire a trovarci nel nostro laboratorio di Cairate il sabato mattina e saremo ben lieti di donarvi gratuitamente un computer pronto all’uso e in linea con i vostri bisogni e desideri. Perseguendo lo statuto della nostra associazione, molto più che le mode del momento o il nostro tornaconto…
Sede Legale: Via L. Greppi, 4 - Olgiate O. (VA)
Sede operativa Olgiate O. - via V. Veneto 3
Sede operativa Cairate - piazza Libertà 7
Tel: 348.313.7411
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